L’intervento ritenuto maggiormente urgente è stato il restauro della copertura e delle superfici della Torre Nolare. Tutta la struttura presentava sia internamente che esternamente fenomeni di degrado dovuti all’azione fisico-chimica degli agenti atmosferici, con conseguente disgregazione superficiale e mancanze di materiale più o meno consistenti.
Una volta montati i ponteggi, ci si è trovati davanti alla difficile scelta se sostituire completamente il manto o tentare un intervento conservativo, che considerate le condizioni di degrado materico rasentava l’impossibile.
La scelta finale, conseguita con fatica, ma condivisa dopo vari tentativi, tra progettazione e Soprintendenza è stata resa possibile dalla capacità dimostrata dalla squadra Formento nell’affrontare il difficile mantenimento della copertura di ardesia a scaglie di pesce.
Questa si presentava con abbadini degradanti in dimensione man mano che si saliva verso la sommità, interposti da letti di malta di spessore differente a seconda dell’inclinazione della faccia della cupola ottagonale.
Con un certosino lavoro di pulitura consolidamento e qualche sostituzione di abbadini su cui è stato effettuato, oltre alla sagomatura su misura di ogni singolo pezzo, un trattamento d’invecchiamento, si è riusciti a far mantenere alla cupola le stesse geometrie e quindi la vibrazione visiva, che si percepisce dal mare grazie alla modulazione degli spessori.
Si è proceduto con interventi classici di risarcitura delle lacune, ripristino degli intonaci ed altre tipologie sempre volte alla conservazione materica e ad un inserimento corretto dei nuovi materiali.