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Palazzo Spinola prospetto frontale
Genova

Cenni storici

Palazzo di Jacopo (Giacomo) Spinola di Luccoli oggi Palazzo Spinola Dei Marmi è una delle testimonianze più significative dell’architettura residenziale genovese del Quattrocento.
L’edificio è il risultato di successivi accorpamenti e trasformazioni, avvenuti nei secoli, di edifici che già nel XIII secolo occupavano l’isolato delimitato ad ovest da quella che un tempo era chiamata Piazza degli Spinola, ad est dall’asse di Via San Sebastiano che venne tracciato nel 1134, a sud da Vico Parmigiani e a Nord Da Vico della Loggia degli Spinola.
Nel 1459 i primi due edifici prospicienti la piazza furono accorpati in un unico palazzo, da Francesco del fu Jacopo (Giacomo) Spinola.
Tra il Cinquecento e il Seicento una grande ristrutturazione interessò tutto l’isolato: dapprima fu aggiunto un edificio lungo Vico Parmigiani, e successivamente un edificio su Via San Sebastiano; entrambi con lo scopo di ottenere rendite dall’affitto degli alloggi. Sulla facciata principale furono trasformate le finestre del piano Nobile e aggiunti i poggioli con balaustre in marmo.
Nell’Ottocento il prospetto principale subì alcune modifiche al fine di adattarlo ai nuovi livelli della piazza.

Tra il 1903 e il 1905, a seguito dell’intervento di restauro del D’Andrade, il palazzo principale  acquistò  la composizione architettonica attuale: furono cancellate  le trasformazioni cinquecentesche del prospetto, eliminando i poggioli in marmo e  inserendo le quadrifore al piano nobile e furono decorati  i prospetti laterali con fascioni bianchi e neri, mantenendo però le finestre seicentesche su vico della Loggia degli Spinola.

Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta del Secolo scorso il Banco di Sardegna, ultimo ed attuale proprietario, avviò un generale restauro con l’adattamento alla nuova funzione ad opera degli architetti Tommaso Badano e Lionello Calza.

Fasi del restauro prospetto frontale

Le prime fasi del restauro hanno interessato il rilevamento delle tecniche esecutive e dello stato di conservazione del prospetto.
In seguito si è proceduto con l’esecuzione dei saggi per definire le diverse fasi dell’intervento.
Numerose sono state le prove di pulitura realizzate sugli apparati lapidei che hanno determinato sia la tipologia dei materiali da utilizzare sia la metodologia e la tempistica di applicazione degli stessi in modo da recuperare la superficie originale senza comprometterla.

Le fasce bicrome in marmo bianco di Carrara e pietra di Promontorio presentavano un’evidente alterazione cromatica dovuta a fenomeni di ossidazione.

Il marmo bianco di Carrara è una roccia calcarea ricristallizzata per metaforfismo, suscettibile di levigatura in modo da poter essere utilizzata come materiale di rivestimento o come pietra da decorazione.
La pietra di Promontorio è una pietra grigia – nera costituita da calcare marnoso ed è anche nota come Calcare ad Elmintoidi appartenente alla formazione dei Calcari del Monte Antola che affiora estesamente tra Genova e la Riviera di Levante sino a Chiavari e zone interne.
Viene detta pietra di Promontorio perché già nell’antichità veniva estratta da alcune cave situate sul Promontorio di San Benigno (o Capo di Faro) dove successivamente fu costruita la Lanterna.

L’ intervento di pulitura è stato realizzato in maniera graduale e mirata in base alle risultanze delle prove ed ha consentito di recuperare l’immagine originaria del prospetto

Il piano nobile del prospetto è decorato da quattro polifore e da una serie di cinque nicchie che accolgono altrettante statue marmoree di grandezza naturale.

Da sinistra le prime quattro statue, attribuite allo scultore Domenico Gagini da Bissone e datate 1448, raffigurano in ordine Oberto Spinola di Luccoli, Corrado Spinola di Luccoli, Opizzino Spinola di Luccoli e Galeotto Spinola di Luccoli.

La prima statua a destra del prospetto, attribuita allo scultore Giovanni Antonio Amadeo e datata 1485, raffigura il proprietario del palazzo Giacomo Spinola di Luccoli.

La superficie di questi manufatti in marmo è stata oggetto di una prima rimozione dei depositi incoerenti a secco con pennelli.
In seguito si è proceduto alla pulitura delle superfici con acqua nebulizzata e mediante l’applicazione di compresse con soluzioni di Sali inorganici.
Infine per rimuovere i depositi persistenti è stato necessario procedere con una rifinitura meccanica realizzata con spazzolini e bisturi.

La parte bassa del prospetto è caratterizzata dalla presenza di quattro bassorilievi in stucco, realizzati a metà del XIX secolo, raffiguranti le armi degli Spinola e restaurati nell’ambito dei lavori.

Sull’angolo tra Piazza Fontane Marose e Vico dei Parmigiani è visibile un’edicola votiva interessata da un intervento di pulitura, stuccatura e ripresa pittorica.

I ferri decorativi e l’insegna del Banco di Sardegna sono stati oggetto di restauro e pulitura.

Anni

2021/2022

Luogo

Genova

Committente

Banco di Sardegna

Category
Restauri